imagens e sombras de santa maria madalena na literatura e arte portuguesas

- a construção de uma personagem: simbolismos e metamorfoses - helena barbas - fev.2003

 

[] Giambattista Marini, 1602

XIV - Maddalena - di Tizziano

X - La Maddalena ai piedi di Cristo

XIII - Per la Maddalena alla Croce

XVI - In Morte di Peccatrice Convertita


XIV - Maddalena - di Tizziano [1]

 

Questa, che'n atto supplice e pentita

Se stessa afflige in solitaria cella

e de la prima èta fresca e fiorita

piagne le colpe, in un dolente e bella,

5       imago è di colei, che già gradita

fu del Signor seguace e cara ancella;

e quando pria del folle mondo errante,

tanto porcia di Cristo amata amante.

 

Ecco come con lui si lagna e come

del volto irriga il pallidetto aprile

10     e, deposte del cor l'autiche some,

geme in sembiante languido ed umile

e fanno inculte le cadenti chiome

agl'ignudi alabastro aureo monile:

le chiome, ond'altrui già, se stessa or lega,

15     già col mondo, or col cielo; e piagne e prega.

 

Felice donna e fortunata a pieno

cui, di falso piacer già sazia e schiva,

di là, 've altrui lusinga amor terreno

e più l'anime alletta isca lasciva,

20     qual tradito angelletto al cielo sereno,

o qual cerva tra fitta a l'onda viva,

umilemente al Redentore a lato

così per tempo ricovrar fu dato.

 

Tu, del senso spreziando ongordo e vano

25     i fugaci diletti e lunghi affanni,

campar del mondo, adulatore insano

dall'insidii sapeste e dagl'inganni;

e'n questo della vita ampio oceáno,

in sul fior giovenita de'piú verd'anni

30     trovasti al fragil legno, e quasi absorto

da l'umane Tempeste, il polo e'l porto.

 

Cangiasti (oh pensier saggio, oh santa voglia!)

con vil antro selvaggio il rico tetto

con grossa, rozza e lacerata spoglia

35     il bisso prezioso e l'ostro eletto.

T'è bevanda il ruscel, cibo la foglia,

son sassi e spine il tuo prezioso letto,

che fan del corpo tuo battuto e stanco

e guanciali al bel volto e piume al fianco.

 

40     Oh come bella alla solinga grotta,

pastorella romita, entro ti stai

e come chiara, ove più quivé‚ annotta,

l'ombre rallumi co'celesti rai!

Oh come dolce in flebil voce e rotta

45     a raggionar col sommo Amor ti stai!

Si vivi espressi son gli atti e i lamenti,

Ch'io vi scorgo i pensier, n'odo gli accenti.

 

Occhi per cui d'Amor tant'alme e tante

pianser solvente, e mille cori e mille,

50     voi, voi, piangendo, appo le sacre piante

dolci versaste e dolorose stille;

ministri sol di fiamme e di faville

voi, voi, disciolto in tepid'onda il gelo,

bagnaste in terra (oh meraviglia!) il cielo.

 

55     Beato pianto, aventurose e belle

lacrime, a lei cagion d'eterno riso,

non cosi'l mar di perle, il ciel di stelle,

s'orna come di voi s'orna il bel viso.

Perdon l'acque de l'Ermo e perdon quelle,

60     appo voi, c'hanno il fonte in paradiso;

ché, tr'al bel volto sparse e'l crin celeste,

rive di fiori e letto d'orto aveste.

 

Fùr vivi specchi, in cui l'alma si scerse

i vostri puri e flebili cristalli,

65     e vide, allor che'n voi stessa asperse,

de'suoi si lunghi error gli obliqui callé;

lá dove quasi in pelago sommerse

i gravi troppo e vergognosi falli,

quando a lavar que'santi piè vi sciolse,

70     e fùr le chiome il velo onde gli avolse

 

Chiome, che sciolte in preziosa pieggia

su le rose ondeggiate e su le brine

beate e voi, che, 'n desusatta foggia

incomposte e neglette e sparse e chine,

75     quell'altezza appressaste, ove non poggia

di Berenice il pavoroso crine!

Ceda a voi l'ombra e l'òr, poscia che sole

quel piè toccaste a cui soggiace il sole.

 

Bocca, ove il cielo il nettar suo ripose

80     tra vive perle e bei rubini ardenti

e tra vermiglie ed oddorate rose

per ferir l'alme altrui spine pungenti,

felice, o te, che, alte dolcezze ascose

traesti da que' piè, puri, innocenti,

85     che tra' nodi d'amor saldi e tenaci

avezzar le tue labra ai casti baci!

 

Candida man, che già maestra impura

fosti d'immondi studi et d'artifici

per accrescer le pompe e di natura

90     le mal nate bellezze allettatrici,

ahi! con che dolce affetuosa cura

larga ministra di pietosi uffici

come dianzi de'vaghi affano e pena,

forti de l'uman Dio laccio e catena

 

95     Terso alabastro, che talor solevi

sparges di molli e peregrini odori

di quelle membra l'animate nevi

esca aggiungendo a scelerati ardori,

se già lor tanto di candor cedevi

100   dando a la bella mano i primi onori,

ceder devi anco al santo odor natio,

ond'ella innamorò gli angeli e Dio.

 

Ma ceda la natura e ceda il vero

a quel che dotto artefice ne finse,

chè, qual l'aveva ne l'alma e nel pensiero,

105   tal bella e viva ancor qui la dipinse.

Oh celeste sembianza, oh magisterio,

ove ne l'opra sua se stesso li vinse;

pregio eterno de'lini e de le carte

maraviglia del mondo, onor dell'arte!

  


X - La Maddalena ai piedi di Cristo [2]

 

Madrigali

1

Et ecce mulier, quae erat in civitate peccatrix

E cosi, dunque, ornata

al tuo sovrano amante

ne vai d'avante, o nobil giovenetta?

5       incomposta, negletta,

ov'è de'fregi tuoi la pompa usata?

O scaltre quanto bella e quanto amata,

troppo ben sai ch'al vago tuo celeste

non aggradan belezze altre que queste

 

2

10     ...attulit alabastrum unguenti.

- Per veder Salomon, vienne in Giudea

la reina Sabea;

io vengo al mio verace

Fonte di sapienza e Re di pace.

15     Oro ed odori arrec• quella: io meco

òr di capegli, odor d'unguenti arreco:

quella da lui volea

solo il dubio disciolto; io solo ho voglia

che dal peccato l'anima mi scioglia. -

 

3

20     - Odoriferi unguenti.

io porto a te, Signore;

porto meco l'odore

per coprir con gli aromati soavi

l'immondo lezzo de' miei falli gravi,

25     e, ferita di strali aspri e pungenti,

arreco il salutifero licore

per le piaghe del core. -

 

4

Stans retro, exaudivit Dominus vocem fletus mei.

Maddalena, tu piagni:

30     ma come può il tuo pianto,

se'l volto fuggi de l'amato Cristo

esser d'agli occhi suoi gradito o visto?

Oh consiglio d'amor sagace e santo,

quelle lacrime belle, onde ti bagni,

35     eloquente e non mute,

sai a ch'ascolate son, se non vedute.

 

5

Osculabatur pedes eius.

- Suol d'amizicia in segno

baciar, deposto ogni grav'odio antico,

40     il nemico al nemico

E suol d'amore in pegno

baciarsi in dolce onesto ato vezzozo

nova sposa con sposo.

Io, Signor, che ne vegno

45     oggi a celebrar teco e nozze e paci,

ecco che ne' tuoi piè stampo i miei bacci. -

 

6

Lachrymis coepit rigare pedes eius et capitis sui tergebat.

Dalla testa e da' lumi

e di chiomi e di lagrime confonde,

50     sparse in lucide stille e'n tepid'one

costei, torrenti e fiumi.

Oh ricchezza, oh tesoro!

Due piogge: una d'argento et l'altra d'oro.

 

7

In convito pomposo

55     offerse Cleopatra el fido amante

di perle in vasel d'oro

cibo insieme e tesouro;

ed or la tua fedel, caro amoroso,

in queste ricca mensa, a le tue piante,

60     mira, deh, mira come

offre in lagrime perle ed oror in chiome!

 

8

Perch'ogni macchia immonda

purgasse in su l'entrar del tiempo sacro,

dall cristallo e da l'onda

65     il sacerdote avea specchio e lavacro.

E costei, che vuol far del porprio core

sacrifico al Signore,

pria si specchia in se stessa e lava poi

col pianto i falli suoi.

 

9

70     - Con una treccia sparsa e l'altra accolta,

la barbare reina

corse alla babilonia ruina.

Io con la chioma tutta a terra sciolta,

Signor, corro in difesa

75     a la cittá  confusa e quasi presa

de l'anima, ch'assale

il nemico infernale. -

 

10

Vulnerasti cor meum in uno crine colli tui.

Poiché‚ rotte e distrutte

80     vider degli archi lor le corde tutte,

le guerriere latine

fecero agli archi lor corde del crine.

O belissima archiera, e tu che scocchi

strali ardenti dagli occhi

85     per ferire el tuo Christo, ecco a le frecce

aggiungi anco le trecce!

Come possibil fia che chiome e sguardi

non gli pungano il cor con mille dardi?

 

11

Compiò con aurea pioggia

90     le bellezze di Danae il somno a Giove.

Oh meraviglie nove!

Or in più strana e disusatta foggia,

sciogliendo il crin, d'Amore pompa e tesoro,

in un diluvio d'oro,

95     ecco che fa la belle Danae acquisto

di Giove no, di Christo.

  


XIII - Per la Maddalena alla Croce [3]

 

- Piega i rami felici, o sacra pianta,

da cui pender vegg'io frutto celeste;

dammi ch'io possa l'una e l'altra pianta

almen del mio Signor terger con queste:

 

5       Con queste chiome, che con gloria tanta

di lor gli odori asciugar fùr preste,

consenti or ch'io rasciughi, o croce santa,

le sanguinose lor piaghe funeste;

 

Onde quel piè, ch'a questo crin negletto

10     die' l'ambra e l'oro, ancor fregio gli dia

di luci d'ostyro e di rubino eletto. -

 

Del trafitto Giesù cosi languìa

la bella amante sconsolata, e stretto

in guisa d'edra il caro tronco avía.

 


XVI - In Morte di Peccatrice Convertita [4]

 

Scaldò col guardo angelico e celeste

costei gran tempo i più gelati amanti

indì il petto ammoli de' più constanti

con le parole accortamente oneste.

 

5       E quanti cosi, pria miseria, in queste

sommerse di lascivia onde spumanti,

tante puoi trasse in porto anime erranti

da le più fiere e torbide tempeste.

 

Ed ecco alfin tra'l sempiterno riso

10     scossa si sta de sa terrena salma,

già donna in terra, or diva in Paradiso

 

Là, cinta il crin di gloriosa palma,

calca quel Sol, che somigliò col viso;

gode quel Dio, che sospirò con l'alma.

 

[]

 


[1] Giambattista Marini, «Storie Mitologiche e Sacre» in Poesie Varie, Benedetto Croce (ed.), (Bari: Gius. Laterza & Figli, 1910), pp. 242-45; [B.A.Vat. (L.G.)]

[2] Ibid., pp.369-371;

[3] Ibid., p.374;

[4] Ibid., p.376;